Wwf, il 54% delle terre emerse sono praterie
Scritto da Red.azione il 26 Maggio 2021
È stato pubblicato oggi il “Rangeland Atlas”, un nuovo atlante che rivela come il 54% delle terre emerse del Pianeta sia costituito da vaste superfici coperte da erba, arbusti o da scarsa e resistente vegetazione, che forniscono sostegno a milioni di pastori, raccoglitori, allevatori, a ampie popolazioni di animali selvatici e che costituiscono il deposito di grandi quantità di carbonio.
Ma ad oggi, mentre la maggior parte dei piani sul clima concentra la propria attenzione sulle foreste, molta meno importanza è data alle praterie, lasciando esposto a una enorme varietà di minacce questo imponente ecosistema planetario che sostiene natura e persone.
Questa è una delle principali conclusioni del nuovo atlante delle praterie: un ambizioso, primo nel suo genere, inventario compilato da una coalizione di importanti organizzazioni internazionali legate all’ambiente, alla conservazione e all’agricoltura, che ha catalogato l’attuale stato delle praterie del mondo, comprese le steppe della Mongolia, la savana africana, la pampa sud americana e le Grandi Pianure del nord America.
Insieme a ILRI (International Livestock Research Institute), hanno realizzato questo atlante l’International Union for Conservation of Nature (IUCN), il WWF, lo UN Environment Programme e l’International Land Coalition, con il contributo della FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations).
Oggi solo il 12% delle praterie è stato designato come Area Protetta, mentre la restante parte è minacciata dalla progressiva conversione ad uso agricolo. L’atlante mostra che negli scorsi 3 secoli più del 60% dei territori selvaggi e dei boschi è stato convertito: un’area più grande del Nord America e un’area approssimativamente della dimensione dell’Australia (7,54 milioni di km2) è ora utilizzata per le coltivazioni.
Questo cambiamento di destinazione d’uso del suolo contribuisce alla crisi climatica e l’atlante mostra che le praterie soffriranno ulteriormente il riscaldamento globale.