Ridurre il grasso in eccesso aiuta a proteggersi dal Covid
Scritto da Red.azione il 25 Giugno 2021
Più si è in sovrappeso e più è alto il rischio di una vasta infezione da coronavirus. Inoltre, un eccesso di grasso corporeo, soprattutto sul giro vita, genera uno stato d’infiammazione sistemica che ne peggiora gli esiti.
“Ridurlo se in eccesso è una scelta consapevole di medicina preventiva nei confronti del Covid-9”. A far chiarezza sul legame tra epidemia da coronavirus e epidemia di obesità è Pier Luigi Rossi, medico e docente universitario, specialista in Scienza dell’Alimentazione.
La ricerca scientifica, negli ultimi anni, ha fatto emergere il ruolo che il grasso svolge nel determinare, in individui obesi, una maggiore suscettibilità alle malattie infettive causate da virus, funghi e batteri. Ma, se ancora vi fossero dubbi in merito, la pandemia ne ha dato la conferma, mostrando come l’obesità e le malattie del metabolismo siano state uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di forme gravi della malattia, in molti casi accompagnate da ricovero, anche in terapia intensiva, e decesso. A questo Pier Luigi Rossi ha dedicato un capitolo del nuovo libro “Un corpo nuovo. Conosci il tuo grasso sano e vivi in salute (e a lungo” (Aboca Edizioni, giugno 2021).
“Esiste un rapporto vitale – spiega – tra il grasso corporeo e il coronavirus. Quest’ultimo, infatti, per entrare nelle cellule utilizza una ‘porta’ presente sulla membrana cellulare: i recettori ACE-2 che sono distribuiti in tutte le cellule ma in particolare su quelle del tessuto adiposo, gli adipociti. Quando quest’ultimo accumula grasso al suo interno, aumenta il suo volume e vede una carenza di ossigeno al suo interno, detta ipossia”. Queste a sua volta “determina un netto sviluppo di recettori ACE-2 sulle membrane cellulari degli stessi adipociti”. Il risultato è che “nell’intero organismo si sviluppa uno stato di infiammazione metabolica”. Se in questo scenario si verifica un’infezione da Sars-Cov-2, “il virus entra all’interno degli adipociti ‘malati’ e il tessuto adiposo diventa un ‘serbatoio’ dove può restare a lungo nel tempo”. Per questo, conclude, “la riduzione della massa adiposa in eccesso, in particolare nel grasso addominale, è una scelta consapevole di medicina preventiva contro il Covid-19”.