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Long-Covid, si sperimenta coi farmaci per 60 pazienti

Scritto da il 31 Agosto 2021

Buone notizie per pazienti e famiglie in attesa di un posto letto a Neuroriabilitazione, a Vipiteno, una delle eccellenze in campo regionale. Recentemente, complice la carenza di infermieri, era stato necessario ridurre il numero dei posti ma entro l’anno dovrebbe essere possibile tornare a pieno regime. Tra ottobre e dicembre è previsto, infatti, l’arrivo di nuovi infermieri. A darne conferma è stato ieri Luca Sebastianelli, primario facente funzione del reparto. «L’unità di Neuroriabilitazione – spiega – ha il compito di offrire un’assistenza particolarmente qualificata alle persone colpite da gravi cerebrolesioni acquisite. La dotazione stabile del Reparto sarà ancora di 21 posti letto (20 ordinari e 1 posto Day Hospital)». Per quanto attiene la ricerca è stata formalizzata ieri una novità di assoluto rilievo: «È prevista, tra pochi giorni, la partenza di una sperimentazione farmacologica per il trattamento della sindrome “Long-Covid”. Interesserà 60 pazienti altoatesini».

I posti letto.

Per i casi più complessi il reparto è tuttora il fiore all’occhiello in ambito altoatesino. «Il ruolo di riferimento provinciale per l’alta specializzazione è attualmente mantenuto attivo, essendo stato disattivato temporaneamente il contingente di letti a minore complessità. La rimodulazione delle attività non ha quindi ostacolato il trattamento di pazienti provenienti dai reparti di Rianimazione, Neurochirurgia, Neurologia, che rappresenta il principale compito istituzionale del reparto di Neuroriabilitazione. I posti attualmente attivi sono 5 in sub-intensiva (presenti unicamente a Vipiteno), 8 letti ordinari, 5 letti Day Hospital. La direzione tecnico-assistenziale ha già comunicato che è pianificato l’inserimento tra ottobre e dicembre di nuovi infermieri, in modo da consentire il ripristino della normale attività».

Un team altamente qualificato.

Oltre che sull’assistenza scientifica del professor Leopold Saltuari il team di Neuroriabilitazione può contare sull’apporto di personale qualificato e particolarmente motivato. Coordinatore infermieristico: Manuel Rigger; Coordinatore dei terapisti: Jakob Stolz; Medici: Dott. Stephan Obletter, Dott.ssa Viviana Versace, Dott. Alessia Alibardi, Dott. Matteo Colombo, Dott. Davide Ferrazzoli, Dott.ssa Ilenia Bonini; Neuropsicologo: Dott. Mirco Soda; Tecnico di Neurofisiopatologia: Sabrina Dezi; Ricercatrice: Dott.ssa Paola Ortelli

Garantito un trattamento neuroriabilitativo ad alto contenuto specialistico e tecnologico.

I pazienti vengono gestiti da un team multidisciplinare (medico, infermieristico e terapeutico) in grado di confrontarsi con le molteplici problematiche presenti nelle persone con gravi cerebrolesioni. È necessario infatti saper valutare e favorire il recupero della coscienza, della funzionalità respiratoria, della deglutizione, della comunicazione, così come del controllo motorio degli arti superiori e del cammino, della funzionalità degli sfinteri, ma anche il recupero delle funzioni cognitive superiori, come ad esempio il comportamento, la partecipazione e le capacità relazionali. «Questa complessità di problematiche – sottolinea Sebastianelli – impegna il team, il paziente e i suoi familiari in un lungo percorso, che prosegue anche dopo il ricovero, e che si compie molto spesso nel reintegro nel contesto familiare, sociale o anche lavorativo. Questo richiede che il team disponga al suo interno di moltissime competenze specialistiche e di apparecchiature ad elevato contenuto tecnologico.

Sperimentazione e ricerca.

Secondo il motto «si cura meglio dove si fa ricerca», nuove metodologie possono essere messe a disposizione dei pazienti. Ad esempio, tra poche settimane verrà attivata, grazie a un progetto sostenuto dall’Asl, un sistema di Brain-Computer Interface. «Si tratta di un’apparecchiatura in grado di analizzare l’attività elettrica della corteccia cerebrale del paziente e di innescare contrazioni muscolari funzionali nell’arto paretico. Questo progetto di ricerca, che si avvale della collaborazione di partner universitari inglesi e svizzeri, metterà in funzione a Vipiteno un sistema attualmente disponibile in pochi centri al mondo».


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