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Covid: comunicazione Asl decisiva in era social contro fake

Scritto da il 19 Aprile 2022

La comunicazione pubblica durante il Covid ha avuto un ruolo fondamentale per combattere le fake news, creare comunità e fiducia verso le istituzioni sanitarie, aiutare i cittadini ad affrontare questo periodo. Non tutte le aziende sanitarie erano preparate ad affrontare questa situazione ma quelle più lungimiranti, e al cui interno sono presenti strutture organizzate con comunicatori esperti e giornalisti, si sono distinte ottenendo risultati importanti a livello di engagement e followers sui social e non solo.

È quanto emerge da una ricerca realizzata da Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, Università di Cagliari e Università di Roma Tor Vergata, che ha preso in considerazione la comunicazione delle principali aziende santarie e ospedaliere italiane durante i due anni di emergenza. La ricerca è stata condotta da Elisabetta Gola, pro rettrice alla Comunicazione e immagine dell’Università di Cagliari, Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e relazioni esterne dell’Aou di Cagliari, e Andrea Volterrani, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista “Sociologia della Comunicazione” su un numero speciale, interamente in inglese, dal titolo “Comunicazione pubblica: ibridazioni e traiettorie di sviluppo nell’era digitale”.

“Emergono alcuni problemi e alcune indicazioni sulla capacità della pubblica amministrazione sanitaria di comunicare con la popolazione target – si legge nella ricerca – Nonostante la pandemia di Covid, le strategie di comunicazione digitale sono molto disomogenee nelle aziende sanitarie italiane, sia in termini di capacità di gestione che nella varietà di canali e messaggi utilizzati. Questa disomogeneità è dovuta a molti fattori, tra cui la mancanza di personale dedicato e adeguatamente addestrato per gestire i social media, e una sottovalutazione della presenza pervasiva della tecnologia digitale nella vita quotidiana delle persone e, naturalmente, ancora di più, dei pazienti”.


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