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Energia, l’allarme degli esercenti funiviari: «A rischio la stagione invernale»

Scritto da il 31 Agosto 2022

«Non c’è tempo da perdere e non possiamo aspettare le elezioni e il nuovo governo, bisogna intervenire subito sui rincari dell’energia che mette in ginocchio il futuro della montagna». È l’allarme lanciato da Valeria Ghezzi, presidente di Anef Associazione nazionale esercenti funiviari, storica esercente del Primiero, che chiede che il tema energetico venga messo in cima all’agenda elettorale.

«Il costo dell’energia – spiega Ghezzi – è aumentato anche di sei volte rispetto ad agosto 2021. A questo punto, l’energia che serve per alimentare gli impianti di risalita e i sistemi di innevamento programmato, quando servono, a cui si aggiunge il gasolio utilizzato dai mezzi battipista, rischia di diventare un costo insostenibile».

Un costo, prosegue Ghezzi, che andrebbe a minare le sorti di tutta la filiera che vive dell’industria della neve e comprende hotel, ristoranti, trasporti, scuole di sci. La preoccupazione va soprattutto alle tante piccole imprese che operano nel settore e che rischiano di chiudere.

Secondo Anef «questo smisurato aumento dei costi non potrà essere scaricato sugli utenti: il probabile aumento di prezzo degli skipass «non sarà infatti sufficiente a compensare le perdite dovute a bollette dell’energia i cui importi si sono moltiplicati».

Si tratta di «un fatto ancora più drammatico se si pensa che lo sci e il suo indotto hanno un valore economico e sociale insostituibile per le nostre montagne. Un valore quantificabile in “6,5 miliardi di euro di fatturato e 75.000 posti di lavoro».

Il tema – riferisce Anef – è visto con preoccupazione da tutti i gestori di stazioni sciistiche, dalle Dolomiti alla Valle D’Aosta fino all’Appennino. «Siamo preoccupati – dichiara Marco Grigoletto, presidente di Anef Veneto – per i costi di gestione. Già a luglio abbiamo avuto società impianti che hanno avuto costi più alti dei ricavi a causa del caro energia. Si è passati da 0,09 euro/KWH 0,5002 euro/KWH. Già lo scorso inverno la bolletta era aumentata in maniera considerevole, ora diventa davvero difficile affrontare una stagione con costi così elevati. Questo potrebbe portare a rincari negli skipass dal 5 al 10%».

Secondo Massimo Fossati, presidente di Anef Lombardia, «a questo punto il problema è la sostenibilità economica: per fronteggiare gli aumenti dei costi dovremmo proporre aumenti del 20-25%».

«Di certo – commenta Giampiero Orleoni, presidente di Anef Piemonte – per noi può diventare davvero insostenibile, con prezzi a questi livelli non so cosa potremmo fare, potrebbe diventare controproducente aprire. Noi chiaramente offriamo un servizio che non è essenziale, se ribaltiamo il costo sugli utenti chiaramente avremo un’affluenza minore. Una parte della soluzione potrebbe essere quella di far riconoscere le società impianti come aziende energivore».

«Chiaramente il caro energia inciderà pesantemente. Siamo a costi triplicati rispetto all’ante crisi e non è detto che ad autunno non ci siano ulteriori aumenti», spiega Danilo Chatrian, presidente di Anef Valle d’Aosta. «Dobbiamo pensare seriamente a come impostare la prossima stagione e non possiamo che pensare ad un aumento dei prezzi degli skipass», commenta Luciano Magnani, rappresentante di Anef Emilia Romagna.


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