Bezzecca fa rivivere la battaglia garibaldina e ricorda il famoso «Obbedisco» dell’eroe dei due mondi
Scritto da Red.azione il 18 Luglio 2021
Ultimo giorno, oggi, a Bezzecca delle manifestazioni per la commemorazione della battaglia garibaldina del 21 luglio 1866 che ebbe luogo, soprattutto, sul Colle di Santo Stefano e nella piana di Santa Lucia, in val di Ledro. Lo ricorda con dovizia di particolari Aldo Cadili, grande conoscitore e cronista delle vicende ledrensi. Nei cruenti scontri caddero oltre 120 “camice rosse” e circa 450 rimasero ferite. L’evento ebbe una rilevante importanza nella storiografia risorgimentale per essere stata l’unica vittoria italiana della terza guerra d’indipendenza e per il famoso “Obbedisco” che l’Eroe dei Due Mondi” inviò con un telegramma al Governo nazionale dopo l’armistizio con l’Impero Asburgico.
A promuovere l’evento è l’amministrazione Comunale di Ledro con il sindaco Renato Girardi e la collaborazione logistica del Museo delle Palafitte. Nella mattinata odierna (domenica 18 luglio) ha avuto luogo la cerimonia ufficiale. Alle 9,30, in piazza Garibaldi, vi è stato il raduno delle autorità civili e militari, delle associazioni d’Arma, in particolare gli alpini, delle rappresentanze del volontariato e, come accadeva prima della pandemia, anche della popolazione ledrense. Si è formato un corteo che, accompagnato dalle note della fanfara alpina di Pieve di Bono, ha raggiunto il colle di Santo Stefano. Nel tempio-ossario è stata deposta una corona d’alloro all’urna che custodisce i resti di 61 garibaldini di cui 60 risultano ignoti. Sono seguiti i discorsi ufficiali quindi la conclusione con la celebrazione nel prato adiacente il tempio di una messa in suffragio dei caduti. La sera precedente, in piazza Garibaldi, lo spettacolo “Garibaldi in Sardegna” , concerto dei Cordas et Cannas. Venerdì sera, all’auditorium di Locca interessante presentazione del libro “La flotta di Garibaldi. La Campagnaum di 1866 tra il Lago di Garda e Bezzecca” scritto con competenza e dovizia di particolari inediti da Marco Faraoni.
L’amministrazione: «Tre giorni per conoscere meglio la nostra storia»
Per l’occasione la giunta municipale di Ledro, tramite il vicesindaco Claudio Oliari, tra l’altro con competenze assessorili alla cultura ed al coordinamento delle manifestazioni pubbliche, ha spiegato le ragioni dell’iniziativa: «Dopo i lunghi mesi di blocco delle attività al pubblico, siamo felici di poter riproporre questa serie di eventi: tre giorni per conoscere meglio la storia e approfondire fatti che si sono svolti a pochi metri dai luoghi dove viviamo. Invito dunque tutti, residenti e turisti, a partecipare ad una commemorazione storica ben oltre le ormai anacronistiche ideologie politiche e nostalgiche del passato. Semmai l’evento bellico risorgimentale, con la drammaticità delle molte perdite umane e le centinaia di feriti rappresenta un monito per un futuro di pace duratura tra i popoli. Un obiettivo che a Bezzecca si sta verificando con il crescente numero di visitatori italiani e stranieri alle testimonianze garibaldine. In tale contesto l’impegno della giunta comunale e, soprattutto, del sottoscritto – prosegue il vicesindaco Claudio Oliari – è l’ulteriore valorizzazione delle vicende avvenute con la presenza garibaldina nel ledrense nel luglio 1866, sia dall’aspetto promozionale sia in quello strutturale. Tra le priorità, primeggia la consona ubicazione del museo garibaldino nell’ex municipio di Bezzecca, ora situato in una sede precaria e per nulla adatta».
Il sacrario militare di Bezzecca
Il sacrario militare di Bezzecca, posto sotto l’Alto Patronato del Ministero della Difesa, è stato realizzato nel 1938 all’interno della cinquecentesca chiesa di Sano Stefano, sull’omonimo colle che domina il paese ledrense. Restaurato nel 1895, dopo essere stato completamente distrutto nella battaglia del 21 luglio 1866, al suo interno sono collocati i resti di 61 garibaldini, mentre più recentemente sono state custodite le spoglie di 37 militari italiani caduti nel ledrense nel corso della prima guerra mondiale. Come è noto, la valle era la prima linea del fronte bellico ed il colle di Santo Stefano era un caposaldo presidiato dai bersaglieri del IX° reggimento e tuttora sono visibili i trinceramenti e le gallerie realizzate in quel periodo ed attualmente oggetto di visite turistiche. Nella chiesa-ossario si trovano una Via Crucis e un monumento al Fante Caduto, opera dello scultore Giannino Castiglioni e, fino a qualche decennio fa, la sacrestia era stata trasformata in museo garibaldino. L’accesso al colle avviene da piazza Obbedisco salendo lungo una scalinata con ai lati diverse lapidi e piccoli monumenti a ricordo di reparti militari e soldati. Tra essi spicca quella in onore del tenente Federico Guella da Bezzecca, medaglia d’oro al V.M. caduto in combattimento a Castel Dante (Rovereto) nel 1915.
A Bezzecca anche il presidente Spadolini
Da sempre i sindaci di Bezzecca hanno operato per valorizzare il fatto d’arme garibaldino. Tra essi anche Ferdinando Cis, “il maestro Nando” che nel 1966 organizzò con successo le varie iniziative per centenario della battaglia risorgimentale. Costituì un apposito comitato che ebbe l’onore di essere ricevuto al Quirinale dall’allora Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat ed in quell’occasione fu consegnato il volume “Bezzecca 1866” scritto dal generale di C. d’A. Ugo Ferino Zaniboni, rivano, ed un suo familiare, Omodio caporale delle “camicie rosse”, venne ferito a Bezzecca. Il Capo dello Stato apprezzò molto l’iniziativa tanto che alla cerimonia del 21 luglio inviò una propria corona d’alloro con due corazzieri. L’altro sindaco agli inizi degli anni ’80 fu il non dimenticato Luigi Luraschi. Il suo fu un operare superlativo. Nell’anniversario del 1982 riuscì ad ospitare a Bezzecca l’allora Presidente del Consiglio, Giovanni Spadolini (il nonno materno combattè a Bezzecca), una figura di massimo rilievo quale studioso dell’epopea risorgimentale e della storia repubblicana. In quel periodo a Bezzecca vi fu un “andirivieni” di autorità civili e militari ai massimi livelli. Per la scadenza del mandato Luigi Luraschi non riuscì a realizzare il suo più ambito sogno: costruire il museo garibaldino in una area ideale, tra il colle di Santo Stefano e la chiesa parrocchiale. Ma i suoi successori hanno trasformato il prato in un parcheggio inserendo dei discutibili contenitori della raccolta differenziata.
Il garibaldino ledrense
Pure la valle di Ledro ebbe un garibaldino. Si chiamava Giuseppe Zecchini, ventiquattrenne da Molina, ma non ebbe la fortuna di tornare a casa con la “camicia rossa”: cadde il 3 luglio 1866 nella battaglia di monte Suello (Bagolino).