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Con la pandemia +11% della spesa sanitaria pro-capite

Scritto da il 10 Giugno 2022

La pandemia ha prodotto un aumento dei costi sanitari pro-capite dell’11% nel biennio 2019-2021, pari a 237 euro a cittadino. È uno dei dati che emerge dall’analisi delle performance della sanità regionale promosso dal Laboratorio Management e Sanità dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il monitoraggio si riferisce a un network che include su base volontaria dieci Regioni italiane (Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, Lombardia e Piemonte) e le due Province Autonome di Trento e di Bolzano. Si basa sull’analisi di 450 indicatori di performance che coprono sostanzialmente tutti gli ambiti del servizio sanitaria.
“L’onda del Covid ha pesato. Paghiamo l’eredità del Covid sulla nostra struttura dei costi”, ha detto Federico Vola, della Scuola Superiore Sant’Anna. “Questo sarà uno dei temi con cui dobbiamo confrontarci”.
Dall’analisi emerge una forte variabilità sia tra le Regioni sia tra le Asl. Nel primo caso si va dai 2.164 euro di spesa sanitaria pro-capite della Lombardia ai 2.968 della provincia autonoma di Bolzano. L’azienda sanitaria del capoluogo altoatesino è anche la Asl dove si spende di più, a cui fa da contraltare la Ausl 3 Genovese dove nel 2021 si sono spesi 1.590,56 pro-capite.
La maggiore variabilità, rileva il monitoraggio, si registra in ambito ospedaliero. “È interessante però come su alcune partite chiave si vedano esserci margini di manovra che si notano nella variabilità dei costi a parità di appropriatezza ed efficacia”, dice ancora Vola. È il caso, per esempio dell’utilizzo di molecole a brevetto scaduto o presenti nelle liste di trasparenza, in cui si osserva una forbice che va dal 71,32% della Lombardia al 97,82% di Trento.


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