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Ghiacciai e turismo, la mappa dei rischi

Scritto da il 6 Luglio 2022

Il disastro sulla Marmolada e’ un campanello d’allarme non solo per lo stato di salute dei ghiacciai alpini, ma per il turismo che ha reso alcuni di essi delle mete irresistibili. Eppure, d’ora in poi, bisognera’ fare i conti con il fatto che questi giganti di ghiaccio si stanno indebolendo, diventando sempre piu’ instabili e fragili. “Tutti i ghiacciai sono in una fase di ritiro e questo e’ verso soprattutto per quelli che si trovano alle quote piu’ basse, sotto i 3.500 metri, piu’ sensibili all’innalzamento della temperatura”, ha detto all’ANSA il glaciologo Massimo Frezzotti, dell’Universita’ Roma Tre.

Sono purtroppo numerosi i ghiacciai che si trovano al di sotto di questa soglia e molti di essi sono una frequente meta di escursioni. Il ghiacciaio della Marmolada, a quota 3,343 metri, rientra in pieno in questa categoria. Sempre sul versante orientale delle Alpi, una delle mete turistiche piu’ popolari e’ il ghiacciaio dell’Adamello, nella Val Camonica; e’ il piu’ grande delle Alpi italiane e si trova a una quota compresa fra 3.530 e 2.550 metri.

Sempre in Trentino, una delle vette delle Pale di San Martino ospita il ghiacciaio della Fradusta, a quota 2.939 metri, da anni sorvegliato speciale per il suo progressivo ritiro. Nel gruppo dell’Ortles si trova in una quota a rischio (3.067) metri anche il ghiacciaio del Careser, e vicino al Passo del Tonale c’e’ il ghiacciaio Presena (a una quota compresa fra 2.700 e 3.000 metri).


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