La pandemia ha causato una sorta di “stanchezza vaccinale”
Scritto da Red.azione il 15 Settembre 2022
La pandemia ha causato una sorta di “stanchezza vaccinale”, legata al sottoporsi a diverse somministrazioni di vaccino a distanza di poco tempo determinando, quindi, un approccio negativo verso le altre vaccinazioni previste dal calendario vaccinale. Nel corso degli Stati Generali dell’Invecchiamento Attivo, HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo ha proposto una serie di misure che già alla fine del mese di agosto sono state presentate al Ministro della Salute Roberto Speranza. Tra le principali, la prosecuzione delle vaccinazioni al di fuori dei tradizionali ambulatori vaccinali includendo le grandi strutture create appositamente per la pandemia, il coinvolgimento della rete delle farmacie per le altre vaccinazioni previste per l’anziano,l’implementazione di una politica di chiamata attiva e un monitoraggio costante delle coperture attraverso una nuova anagrafe vaccinale informatizzata che permetta un costante controllo dei risultati. “Quella di vaccinare al di fuori dell’ambulatorio vaccinale, e dunque in luoghi non convenzionali – spiega Michele Conversano, presidente del Comitato Tecnico Scientifico HappyAgeing – rappresenta una strategia vincente per raggiungere delle buone coperture. Le modalità devono essere mantenute nel tempo ed estese anche alle altre vaccinazioni”. Un ruolo importante è stato poi quello della rete delle farmacie, che ha assicurato una ‘prossimità di luogo’ alla popolazione anziana. È determinante, quindi, coinvolgerle non solo per la vaccinazione contro l’influenza, ma anche per le altre vaccinazioni dell‘anziano, quella contro lo pneumococco, l’herpes zoster e per il richiamo del dTpa. Sarebbe poi utile sfruttare le infrastrutture utilizzate per la campagna vaccinale anti-Covid e non ancora dismesse per attivare delle campagne straordinarie per il recupero delle vaccinazioni previste dal Piano nazionale prevenzione vaccinale (influenza, pneumococco, herpes zoster, difterite-tetano-pertosse) che in questi anni di pandemia sono state trascurate. È assurdo che nelle Case di Comunità, previste dalla riorganizzazione dell’assistenza territoriale legata al PNRR, la realizzazione di spazi dedicati alla vaccinazione sia stata inserita tra le attività facoltative e non tra quelle obbligatorie”. Altro aspetto è quello dell’importanza e dell’efficacia della chiamata attiva. “Con la campagna vaccinale anti-Covid -conclude infine Conversano- abbiamo visto come da subito sia stato creato un sistema che ha permesso l’aggiornamento in tempo reale delle coperture. Per questo motivo continua ad esserci la necessità di avere anagrafi vaccinali informatizzate. Si spera nell’istituzione dell’anagrafe vaccinale nazionale del Ministero della Salute che sia qualcosa in più della somma di 21 anagrafi regionali”.