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Oms,ridurre rischio diffusione Sars-CoV-2 in fauna selvatica

Scritto da il 8 Marzo 2022

“Adottare misure per ridurre il rischio di trasmissione del Sars-Cov-2 tra l’uomo e gli animali selvatici con l’obiettivo di ridurre il rischio di comparsa di varianti e di proteggere sia la salute dell’uomo che della fauna stessa”. A chiederlo sono l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), che ricordano come le specie animali “possono diventare serbatoi del virus”.
Sebbene la pandemia sia guidata dalla trasmissione da uomo a uomo, finora, oltre agli animali domestici, sono stati infettati animali selvatici come felini, visoni, furetti, cervi dalla coda bianca nordamericani e grandi scimmie. Ad oggi, visoni d’allevamento e criceti da compagnia hanno dimostrato di essere in grado di infettare gli esseri umani ed è allo studio un potenziale caso di trasmissione tra cervo dalla coda bianca e uomo. L’introduzione del Sars-CoV-2 nella fauna selvatica, però, “potrebbe comportare la creazione di serbatoi per animali”: circa un terzo dei cervi dalla coda bianca selvatici negli Stati Uniti sono stati infettati da Sars-CoV-2, inizialmente con trasmissione da uomo a cervo. “Esortiamo le autorità – dichiarano Fao, Oms e Oie – ad adottare le normative pertinenti e a diffondere le raccomandazioni a persone che lavorano a stretto contatto con la fauna selvatica, inclusi cacciatori e macellai”, i quali dovrebbero “essere formati per attuare misure che riducano il rischio”. Tra le precauzioni indicate, quella di “sospendere la vendita di mammiferi selvatici vivi nei mercati alimentari” Anche il pubblico, però, dovrebbe essere educato: “in generale le persone non dovrebbero avvicinarsi o nutrire animali selvatici”. È anche fondamentale “smaltire in sicurezza il cibo non consumato, le mascherine e qualsiasi altro rifiuto umano per evitare di attirare la fauna, in particolare nelle aree urbane”. Nessun animale infetto da Sars-CoV-2 però “dovrebbe essere abbandonato, rifiutato o ucciso senza una giustificazione seguita a una valutazione del rischio specifica”.


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