Siccità, il Veneto chiede più acqua nell’Adige, ma i bacini di Trentino e Alto Adige sono quasi vuoti
Scritto da Red.azione il 21 Aprile 2022
Il Veneto chiede al Trentino Alto Adige di aumentare la portata del fiume Adige di 20 metri cubi al secondo per fare fronte alla siccità in pianura, ma le dighe in montagna sono quasi vuote. Nei bacini delle centrali idroelettriche attualmente si trova infatti solo il 20% della quantità media di questo periodo dell’anno.
Trento e Bolzano in queste ore stanno valutando il da farsi. Secondo l’assessore trentino Mario Tonina, nei bacini in montagna non giace nessun ‘tesoretto’. Un rilascio eccezionale di acqua dalle dighe – secondo lui – potrebbe avvenire con un provvedimento della protezione civile nazionale in caso di stato di emergenza. Da domani dovrebbe piovere sull’intera regione, soprattutto domenica, ma anche questa volta non si tratterà di grosse quantità che potrebbero far risalire i livelli delle dighe.
Sull’argomento era intervenuta in un’interrogazione anche la consigliera provinciale Lucia Coppola: “L’apertura del Lago di Resia dei giorni scorsi – scriveva – ha garantito maggiore portata all’Adige fino a Trento e Verona. Svuotarlo ulteriormente vorrebbe dire mettere a rischio la produzione di energia elettrica”.
L’assessore all’ambiente della Provincia di Bolzano Giuliano Vettorato mette in chiaro che “una mano certamente la daremo, ma anche da noi la siccità sta creando seri problemi, dopo un centinaio di giorni senza piogge intense”.
Le precipitazioni di inizio mese non sono bastate ad allievare la situazione. Da dicembre a metà aprile in Alto Adige è caduta solo la metà della pioggia della media pluriennale, in val Venosta e a Meran addirittura solo il 30%, spiega il meteorologo provinciale Dieter Peterlin.
Con la portata richiesta dal Veneto i bacini idrici si svuoterebbero nel giro di una ventina di giorni. Vettorato invita perciò anche la popolazione a un utilizzo parsimonioso dell’acqua.
L’assessore altoatesino alla protezione civile Arnold Schuler ricorda che il problema non e nuovo e che l’Adige in pianura garantisce acqua potabile a circa 200.000 persone. La carenza d’acqua ha anche i suoi effetti negativi sulla produzione elettrica, “un tema particolarmente sentito in questi giorni”. Secondo Schuler, le misure da intraprendere vanno valutate attentamente e soprattutto va trovata una strategia a lungo termine, anche alla luce del cambiamento climatico.