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Tra Veneto e Trentino scontro sulla riapertura della Marmolada

Scritto da il 7 Novembre 2022

Gli impiantisti veneti vanno all’attacco sul fronte della Marmolada, ma la Provincia di Trento sceglie la prudenza. L’ordinanza di fine luglio di chiusura della Marmolada, emessa dal sindaco del Comune di Canazei Giovanni Bernard dopo la tragedia che lo scorso 3 luglio costò la vita a 11 persone, è ancora in vigore. La cosa preoccupa gli operatori dell’Alto Agordino. Temono che se non verrà ritirata «la stagione invernale sia a rischio e con essa la permanenza sul territorio di tante imprese e famiglie». La società Marmolada srl, che gestisce le funivie sulla Regina delle Dolomiti, chiede un immediato intervento e si profila uno scontro con Canazei e la Provincia di Trento. Secondo gli impiantisti il divieto di accesso è senza senso, essendo trascorsi ormai quattro mesi dalla tragedia. Il sindaco di Rocca Pietore, Andrea De Bernardin, è più cauto: «È preoccupante ma credo che, in questo caso, sia fuori dal controllo politico. Esagerata, comunque, la chiusura totale dell’area. Allora facciamo anche con le altre montagne».

La risposta di piazza Dante non si è fatta attendere. L’obiettivo della zona rossa sulla montagna è quello di consentire l’accesso all’area nel più breve tempo possibile, ma sulla base di elementi tecnici il più possibile certi, guardando in primis all’incolumità di quanti saliranno in quota. La Provincia sottolinea a questo proposito che – fino a qualche giorno fa – anche sulla Marmolada si sono registrate temperature straordinariamente alte. Dopo la nevicata che ha imbiancato la regina delle Dolomiti, ci si aspetta dunque una stabilizzazione delle basse temperature (ma 5 giorni fa a Canazei erano strati raggiunti i 22 gradi). «I provvedimenti da assumere dovranno peraltro essere funzionali alle previsioni gestionali future, affinché non ci si trovi impreparati all’eventuale ripetersi delle condizioni che si sono verificate l’estate scorsa».


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