Tumori: ok da Commissione Ue a nuova cura contro i linfomi
Scritto da Red.azione il 27 Agosto 2022
La Commissione europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata per un nuovo trattamento negli adulti contro il Dlbcl, il linfoma diffuso a grandi cellule B, per lo stadio in recidiva o refrattario ai trattamenti e comunque per persone non idonee al trapianto autologo di cellule staminali.
Si tratta dell’uso del tafasitamab in combinazione con il lenalidomide, seguito dal tafasitamab in ;;monoterapia. La decisione segue il parere positivo ricevuto dal Comitato per i medicinali per uso umano dell’Agenzia europea per i medicinali (del giugno scorso), che raccomandava l’autorizzazione all’immissione in commercio per il tafasitamab.
“I dati dimostrano i potenziali benefici, inclusi la lunga durata della risposta, che tafasitamab potrebbe avere per i pazienti con Dlbcl idonei” al trattamento, ha detto Pier Luigi Zinzani responsabile del Lymphoma Group dell’Università di Bologna. “È incoraggiante constatare che per questi pazienti diventano disponibili nuovi trattamenti, soprattutto considerata la storica mancanza di opzioni terapeutiche in quest’area”, ha aggiunto.
“Il Dlbcl è il tipo più comune di linfoma non Hodgkin nell’adulto, e tafasitamab risponde a un urgente bisogno medico insoddisfatto per il 30-40% delle persone che non rispondono al trattamento o recidivano dopo la terapia iniziale”, ha commentato Jean-Paul Kress, amministratore delegato di MorphoSys, che insieme a Incyte condivide i diritti di sviluppo del tafasitamab a livello mondiale. Il Dlbcl è il tipo più comune di linfoma non Hodgkin tra gli adulti a livello mondiale, comprendendo il 40% di tutti i casi. E’ caratterizzato da masse di cellule B maligne in rapida crescita nei linfonodi, nella milza, nel fegato, nel midollo osseo o in altri organi. È una malattia aggressiva e ha circa un paziente su tre che non risponde alla terapia iniziale o che successivamente sperimenta recidiva. In Europa, ogni anno, circa 16.000 pazienti ricevono una diagnosi di questa malattia recidivante o refrattaria.