Turismo invernale, in arrivo i sussidi alle famiglie dei lavoratori a tempo determinato e stagionali
Scritto da Red.azione il 13 Febbraio 2021
La giunta provinciale ha rivisto i criteri di attualizzazione dell’assegno unico provinciale così da potenziare l’intervento e garantire un sostegno economico alle famiglie dei lavoratori a tempo determinato, stagionali e somministrati rimasti senza lavoro durante la stagione invernale 2020/2021. L’iniziativa è dell’assessore provinciale allo sviluppo economico e lavoro, Achille Spinelli: “Il comparto turistico ha subito la cancellazione di buona parte della stagione invernale che garantisce l’occupazione a migliaia di cittadini e trentini. A fronte dell’emergenza occupazionale abbiamo deciso di estendere il prima possibile le misure, che rappresentano un sostegno al reddito, alle famiglie di lavoratori di questo comparto”. I sussidi, che si configurano quindi come sostegno al reddito e non come ammortizzatore sociale (qual è, ad esempio, Naspi) saranno erogati a partire da aprile e per tre mesi: “Gli uffici provinciali sono al lavoro per anticipare quanto più possibile l’erogazione delle somme così da dare una risposta concreta a lavoratori e, soprattutto alle loro famiglie, in difficoltà”. Alla misura plaude anche l’assessore provinciale al turismo, Roberto Failoni: “In un momento di estrema incertezza, operatori ed addetti turistici devono poter contare sull’attenzione e l’impegno della Provincia autonoma di Trento. Insieme stiamo lavorando per risolvere i problemi contingenti e insieme troveremo le soluzioni per ridare forza e vigore ad un settore strategico della nostra economia”.
La modifica dell’attualizzazione dell’assegno unico è stata possibile mediante l’approvazione di due delibere. In sintesi, la prima delibera è intervenuta sul regolamento di attuazione dell’assegno unico, elevando da 0,16 a 0,18 i limiti d’accesso, riferiti all’indicatore Icef. Grazie alla seconda delibera, la giunta ha modificato i criteri di attuazione dell’assegno unico, con cui si sono individuati le tipologie di lavoratori e si sono stabiliti i criteri di calcolo del beneficio.
La dotazione dell’assegno unico provinciale è regolata dalla legge del 2020 (numero 3) che ha aumentato la dotazione delle risorse a 13 milioni di euro di cui 5 milione destinati a “coprire la maggior spesa derivante dall’estensione delle casistiche di lavoratori che beneficeranno dall’attualizzazione dei redditi”. Rispetto al precedente regolamento dell’assegno unico è stata elevata da 0,16 a 0,18 la soglia per accedere alla quota A di sostegno al reddito, mediante l’attualizzazione dei redditi richiesta dai nuclei familiari con lavorati che hanno subito una perdita o una riduzione significativa della loro attività lavorativa a causa dell’emergenza da Covid.
Criteri di ammissione.
I nuovi criteri di accesso all’Assegno unico riguardano in particolare il modo di valutare il reddito familiare e il patrimonio familiare per tener conto del peggioramento della condizione economica attuale, causato dalle difficoltà di lavorare in questo periodo. Possono così accedere i nuclei familiari in cui uno o più componenti:
- siano stati lavoratori a tempo determinato, stagionali o somministrati, che nel periodo 1° dicembre 2019 – 29 febbraio 2020 abbiano maturato almeno due mesi (8 settimane) di copertura previdenziale, mediante versamenti previdenziali obbligatori per effetto di attività lavorativa subordinata;
- nel periodo 1° dicembre 2020 – 14 febbraio 2021 non abbiano lavorato;
Al momento della presentazione della domanda non sono occupati, non percepiscono pensione, e non percepiscono Naspi o il cui nucleo familiare non sia beneficiario della quota A dell’assegno unico calcolata in base alla precedente attualizzazione.
Ai fini del calcolo della condizione economica sono conteggiati gli indennizzi previsti dai decreti ristori già erogati (2 mila euro) e quelli che si presume saranno erogati da qui a giugno (altri 2 mila euro).
Tra le condizioni di ammissibilità all’assegno unico rientra anche il patrimonio immobiliare diverso dall’abitazione di residenza che, fino ad una franchigia di 50 mila euro, non viene valutato a meno che non produca reddito per la famiglia. In questo caso si considerano i canoni di locazione percepiti negli ultimi due mesi.
I depositi e risparmi familiari sono valutati in base alla media degli ultimi tre mesi, mentre i titoli sono valutati in base alla consistenza risultante alla fine del mese precedente o all’ultimo rendiconto disponibile. Anche in questo caso è prevista una franchigia di 5 mila euro.
L’’importo dell’assegno unico provinciale che potrà essere corrisposto ai nuclei familiari interessati all’attualizzazione, è variabile da 950,00 a 150,00 euro mensili, a seconda dell’indicatore Icef e della composizione del nucleo familiare.